Moda digitale: la nuova era della moda sostenibile?

Moda digitale: la nuova era della moda sostenibile?

Moda digitale: la nuova era della moda sostenibile?

Il settore della moda, tra i più inquinanti e impattanti, è in continua espansione. Dalla produzione all’acquisto iper consumista incentivato dal fast fashion, la quantità di emissioni e scarti generati avvengono a velocità completamente insostenibile per l’ambiente.

Tuttavia, la moda digitale potrebbe arginare questo problema almeno in parte. 

Cos’è il digital clothing?

La moda digitale è una fusione tra tecnologia e moda che da vita, per l’appunto a vestiti digitali. Sono abiti che nel tangibile non esistono perché costituiti interamente da pixel. Vengono creati da designer e poi trasformati in 3D con appositi programmi come CLO e Marvelous Designer. 

Non potendone toccare la stoffa perché costituiti da pixel, e di conseguenza non potendoli indossare in camerino, all’atto pratico gli unici a poterne beneficiare pare siano modelli virtuali tramite diversi processi grafici.

La domanda quindi sorge spontanea: come possono esserci utili?

Moda digitale: la nuova era della moda sostenibile?

Le applicazioni del digital clothing

Molte piattaforme di gaming propongono la possibilità di poter personalizzare il proprio avatar. Un’occasione da non perdere per far atterrare il mondo del fashion nel digital, si può notare infatti che da parte dei brand c’è un forte incremento di interesse nel mondo virtuale, ampliando la digitalizzazione dell’abbigliamento

Creando le cosiddette skin, interfacce grafiche, è possibile far indossare ai personaggi del videogame outfit che rispecchiano a pieno lo stile personale dell’utente.

Così facendo, il gaming ha dato il via a collaborazioni tra game-brand, facendo interessare case di moda di nota influenza e importanza:

  • Balenciaga ha collaborato con Fortnite (un videogioco sparatutto che vanta circa 3 milioni di utenti attivi parallelamente) 
  • Moschino ha creato una capsule per The Sims 4 (un videogioco di simulatore di vita)
  • Valentino con Animal Crossing (videogioco di simulatore di vita)

 

Moda digitale: la nuova era della moda sostenibile?

Valentino x Animal Crossing / Credito fotografico: Nintendo

Moda digitale: la nuova era della moda sostenibile?

Balenciaga x Fortnite / Credito fotografico: Epic Games

Moda digitale: la nuova era della moda sostenibile?

Moschino x The Sims 4 / Credito fotografico: Electronic Arts

 

L’ascesa del fashion digitale non è una novità: durante la pandemia questo settore ha infatti avuto una forte espansione. Recentemente, a causa delle limitazioni imposte dal virus, gli organizzatori delle Fashion Week si sono avvicinati al settore.  Alcuni hanno proposto sfilate decisamente all’avanguardia, dei veri e propri digital show, utilizzando anche modelli 3D.

Hanno sostenuto le proprie campagne di vendita, evolvendo il rapporto con il cliente in chiave digitale e mantenuto le relazioni all’interno del settore.


I vantaggi della moda digitale

La moda digitale presenta dei vantaggi che possono essere applicati in varie fasi della catena del valore.

La digitalizzazione ha già preso piede nella fase progettuale: le linee vengono infatti ideate inizialmente al computer, per poi passare alla fase di realizzazione dei soli capi che hanno superato gli step di ideazione. Dall’ideazione alla vendita finale dei prodotti sul mercato, il processo è costituito da molteplici passaggi. 

Non avendo la sicurezza che un capo creato in serie e commercializzato così come viene progettato, pubblicizzato sul web e sul campionario, realizzare anche un singolo pezzo ha di per sè un impatto, che sia per testare l’interesse dei consumatori sia per campagne di promozione del brand.

Ad esempio, come segnala Carbonfact, la produzione di una singola t-shirt ha un’impronta di CO2 media di 7 kg di CO2 equivalente (kgCO2e). Un capo di abbigliamento digitale invece genera in media il 3% di CO2 di un capo fisico, secondo uno studio di DRESSX. Più avanti un approfondimento su questo aspetto.

Il digital fashion per le ricerche di mercato

Il digital fashion ha la possibilità di pianificare la produzione, testando la domanda e le preferenze dei consumatori senza mandare in produzione un prodotto. Si può inoltre utilizzare anche per la presentazione di nuovi progetti creativi dei brand, creando campagne promozionali senza la necessità di abiti veri e propri.

Un esempio reale (o meglio dire virtuale) è Diigitals, la prima agenzia di modelli digitali e virtuali, che crea modelli 3D per reinventare il modo in cui si producono i prototipi di indumenti, solitamente dispendiosi.  I modelli digitali, al contrario, consentono di raggiungere ottimi risultati con un impatto ambientale molto ridotto.

The Diigitals / Ferragamo

Diigitals x Ferragamo | Credit: Diigitlas

 

ELLE X HARPERS X Louis Vuitton

Diigitals x Louis Vuitton | Credit: Diigitlas

Scatena la tua immaginazione!

I vestiti digitali hanno un altro grande vantaggio: sono completamente immateriali e quindi non sono limitati dalle leggi della fisica, dalla forza di gravità e dalla scienza dei materiali. L’unico limite è l’immaginazione. Immagina di sognare un vestito che cambia colore in base al tuo umore oppure che possa prendere letteralmente fuoco! 

Buffalo London sets platform trainers ablaze for first digital-only product

Come questo modello di sneakers Buffalo in collaborazione con The Fabricant


La moda digitale promuove sia la creatività che l’inclusività: si basa infatti sull’idea che chiunque, indipendentemente da taglia, genere o geografia, possa indossare un capo.

“Qui, nel mondo virtuale, tutti possono diventare ciò che vogliono veramente essere, e se stiamo contribuendo a renderlo più semplice per le persone, ci rende davvero felici. Stiamo tutti cercando di promuovere l’uguaglianza, passo dopo passo.” dichiara Tribute Band in Metal Magazine

Come ridurre l’impatto ambientale con il digital clothing

Negli ultimi anni il fenomeno del fast fashion ha reso il settore della moda uno dei più inquinanti: secondo il report di Changing Market Foundation 2021 si è assistito ad un aumento della produzione e dell’acquisto del 60% di capi di abbigliamento rispetto a 15 anni fa.

Le esigenze dei consumatori mutano infatti molto più velocemente: un capo indossato due o tre volte viene considerato “vecchio”, riducendo così il ciclo di vita del prodotto.

Gli ideatori di Dress X affermano che “La moda dovrebbe portare gioia, ma nel corso degli anni sta suscitando meno gioia e provocando più problemi per l’ambiente. Per affrontare questo problema, tutte le soluzioni che vengono in mente si trovano all’incrocio tra moda e tecnologia” 

Premesso che qui al Vestito Verde crediamo sia importante cambiare la cultura del consumo e rendere le persone più consapevoli dei loro acquisti, incoraggiando un approccio “buy less, choose well, make it last”, pensiamo che la tecnologia possa essere un’alleata importante per abilitare questa transizione. 

La moda digitale non potrà mai sostituire del tutto quella tradizionale, ma integrandola si avrebbe la possibilità di ridurre molti sprechi e l’impatto ambientale delle nostre scelte.

Il digitale può aiutare nelle campagne di comunicazione o per testare l’interesse dei consumatori, nei servizi fotografici o attraverso i social media per gli influencer.
Come accade nelle skin dei videogame, i designer e gli stilisti possono realizzare una creazione digitale unica e su misura, personalizzando direttamente una foto attraverso un lavoro di editing.

Attraverso questi canali si può testare l’interesse del pubblico e prevedere le linee che effettivamente potranno riscuotere più successo. Si mette così in produzione solo ciò che viene approvato dall’audience di riferimento.

Per esempio, due influencer, rispettivamente @safiyani e @collin.island , hanno utilizzato Dress X per i loro post su Instagram.

YouTube Star Safiya Nygaard Tried Digital Fashion For A Week - HYBRID RITUALS

@safiyani

Sappiamo bene che nemmeno il digitale è a impatto zero, ma, secondo un’analisi di Dress X, la produzione di un capo digitale produce il 97% in meno di CO2 rispetto alla produzione di un indumento fisico e consente di risparmiare 3300 litri di acqua per prodotto (sufficiente per far bere una persona 2 litri d’acqua al giorno per 3 anni e mezzo). 

Il virtuale sembra quindi essere un’ottima soluzione per un futuro più sostenibile, grazie a una riprogettazione dei modelli di business e un’ottimizzazione dei processi di produzione e creazione.

Detto questo, Dress X è chiaramente di una fonte di parte, ma essendo un argomento ancora di nicchia non siamo riusciti a trovare analisi più imparziali. Scriveteci se conoscete qualche studio a riguardo!

La sottile linea tra reale e digitale, nella quotidianità 

Il digital clothing può essere di supporto anche per chi vuol fare shopping: attraverso l’intelligenza artificiale e il digital fashion, si creano infatti nuove modalità di interazione digitale tra i marchi e i consumatori.

Di seguito alcuni esempi:

  • Piattaforme come TrueFit e Measmerize, software che aiutano i consumatori a trovare la taglia perfetta per i loro acquisti online.
  • Virtusize, un’applicazione che offre una soluzione di camerino virtuale. I brand possono presentare i loro prodotti e consentire ai loro acquirenti di vedere il fit e individuare la taglia giusta grazie all’AI.
  • Dress X, il più grande rivenditore mondiale di moda digitale, realizza abiti digitali pensati per i social media. L’azienda fornisce la possibilità al cliente di scegliere gli abiti sul sito, inviare le proprie foto e riceverle con gli abiti digitali. Si rivolge principalmente ai micro influencer e ai viaggiatori.

Un caso retail: ZERO10 e Crosby Studios

ZERO10 e Crosby Studios hanno portato il concetto di metaverso nel retail fisico, attraverso il loro nuovo negozio pop-up Agumented Reality, con abbigliamento prettamente digitale.
Il 7 settembre 2022 la collaborazione tra la piattaforma di moda ZERO10 e l’azienda creativa di design Crosby Studio, ha presentato il proprio progetto, inaugurando un negozio interdimensionale situato nel quartiere SoHo di New York. 

Lo spazio pop-up non presentava nessun articolo fisico, ma ha esposto la collezione di cinque pezzi progettata da Crosby Studio, attraverso la tecnologia di realtà aumentata di ZERO10. Gli acquirenti hanno avuto la possibilità di provare in tempo reale questi capi, di creare, interagire ed esplorare, creando contenuti attraverso i loro smartphone.

La partnership ha creato una “porta fisica nel metaverso” avvicinando le persone all’esplorazione di nuovi concetti e tecnologie che aprono la strada alla moda virtuale

Crosby Studios and Zero10 launch digital fashion pop-up in New York

Negozio interdimensionale di ZERO10 e Crosby Studios situato nel quartiere SoHo di New York

 

Il mondo del digital clothing e del fashion digitale è in forte espansione. Voi cosa ne pensate? Continuerà ad espandersi? Riuscirà ad integrare la nostra esperienza fisica con quella digitale in maniera seamless? Si potrà integrare alla moda tradizionale per ridurre l’impatto ambientale?

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Articolo di Roberta Margarito
Foto di copertina: CNN Style

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