Vestirame: moda upcycled per la ricerca e la sostenibilità sociale

Vestirame: moda upcycled per la ricerca e la sostenibilità sociale

Sabato sera sono entrata in un luogo che, più che uno spazio, è un progetto concreto e vivo. Battirame11, nel cuore delle Roveri a Bologna, è un ex centro stampa dei Mondiali di Italia 90 che oggi ha assunto una nuova identità – utile, bella e orientata al futuro. Non è solo una location per eventi: è un centro di artigianato, cucina e inclusione sociale, dove l’idea di rigenerazione urbana si traduce in azioni quotidiane. E io ho avuto la fortuna di esserci durante una delle sue serate dedicate alla moda: Vestirame.

Le creazioni artigianali dei laboratori di Battirame11

La sfilata, organizzata dal Ladie’s Circle Bologna (grazie a Valeria Dapporto e Titti Baiocchi), ha portato in scena abiti upcycling, indossati da modelli e modelle non professionisti. Niente costruzioni patinate, solo autenticità. Ogni capo raccontava un percorso di trasformazione: materiali recuperati e reinventati, messi in movimento da persone (adulti e bambini!) vere. È stato emozionante e sincero.

La sfilata di Vestirame

Ma Vestirame non è stato solo un momento di bellezza. È stato soprattutto un’occasione concreta per sostenere una causa importante: la costruzione del Bellaria Research Center, centro dedicato alla ricerca neurologica. Gli abiti della sfilata, messi in vendita durante il mercatino della domenica, hanno contribuito alla raccolta di oltre 9.000 euro a favore della Fondazione Ricerca Scienze Neurologiche.

Il mercatino di Vestirame

 

Ospedale Bellaria Carlo Alberto Pizzardi — Azienda USL di Bologna

Ospedale Bellaria Carlo Alberto Pizzardi

Quello che rende Battirame11 un progetto unico è la sua struttura: nasce dall’incontro tra Eta Beta, cooperativa sociale onlus, e Ingrediente Italia, realtà guidata dallo chef Max Poggi. Insieme, portano avanti un modello che unisce impresa e impatto sociale, creando lavoro per persone in situazioni di fragilità, coinvolte nei laboratori artigianali e nella ristorazione.

Tutto è pensato per essere sostenibile: i materiali, l’arredamento, la cucina. Le materie prime provengono dagli orti urbani curati all’interno della cooperativa, non si utilizza plastica, e ogni dettaglio riflette una scelta precisa, costruita su etica e coerenza.

Il giardino di Battirame11

 

Io sabato c’ero, e ho visto come tutto questo prende forma: negli abiti cuciti a mano, nei piatti preparati con cura, nell’energia delle persone presenti. Battirame11 è un luogo dove l’attenzione ai materiali va di pari passo con quella per le persone, e dove ciò che altrove sarebbe scarto diventa risorsa.

È un modello che funziona, perché non promette: agisce. E lascia il segno.

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